Relazione della giuria

Il panorama del design italiano, quale risulta dai 618 prodotti candidati al “Compasso d’oro” 1984, conferma le caratteristiche positive e negative già messe in rilievo nelle precedenti edizioni del Premio. Questa staticità della situazione giustifica notevoli perplessità.

Gli aspetti positivi sono forniti, ancora una volta, dall’alta professionalità funzionale e tecnologica, dal rigore visuale, da una sostanziale coerenza estetica che ha espunto, o drasticamente ridotto, le componenti neodecorative, irrazionalistiche e narcisistiche, ridondanti e pleonastiche, gli atteggiamenti di restaurazione e le introversioni in un privato più o meno edonistico.

Il design italiano ha vinto ed estirpato l’inclinazione ad abbandonarsi alle proprie idiosincrasie, a vagheggiare fughe evasive e velleitarismi compensatori, raggiungendo una certezza d’indirizzo legata alla tradizione del movimento moderno, ma ampliata, relativizzata ed integrata in chiave delle nuove tematiche produttive.

In tale diffuso bisogno di ancoraggio a certezze va però individuato anche il risvolto fragile e negativo dell’attuale momento. Se il livello generale del design si eleva, crescono l’appiattimento e la spersonalizzazione. Ciò dipende da una molteplicità di fenomeni, la cui persistenza potrebbe inaridire questo campo di attività. L’etica creativa ha sempre connotati di trasgressione, di indagine inquieta, di sperimentazione rischiosa. Per un lungo periodo, almeno nelle zone più avanzate della penisola, e soprattutto a Milano, l’industria ha offerto al design uno spazio di libertà e di stimolo che ora, scegliendo una sicurezza a breve termine, si dissecca nella monotonia e nella ripetitività. Si ha l’impressione che l’attuale rapporto tra l’industria e design limiti l’area di problematicità e di feconda incertezza in cui fermentano nuove idee e s’imprime fragranza anche agli sviluppi di quelle acquisite.

Si registrano naturalmente varie eccezioni, come dimostrano alcuni prodotti selezionati. Ma, in generale, vanno ascritte, più che alle industrie, a quei designer che, evitando la condizione di mero  servizio alla produzione e al consumo, acquistano un’autonomia progettuale ed operativa, indubbio segno di maturità professionale.

Esemplare il caso di Giugiaro.

La scarsità della promozione e della ricerca costituisce l’interrogativo più grave del design italiano. Pur tra miriadi di iniziative sporadiche e spesso effimere, gli enti pubblici non patrocinano a sufficienza un suo sistematico allargamento nelle applicazioni alla città, al territorio, alla scuola, alle attrezzature del tempo libero, all’arredo urbano.

Senza consistenti sbocchi nel sociale si diffonde uno stato di frustrazione e di pessimismo rassegnato. La lotta per guidare il cambiamento si attenua, diviene quasi impercettibile, proprio in una fase civile in cui la qualità coincide con la sopravvivenza.

Una società frammentata e segmentata, ma comunque in trasformazione, impone agli enti pubblici, alle industrie e agli stessi designer una riflessione, uno scatto, una volontà di mutamento.

Anche in questo ambito vanno però segnalate alcune significative eccezioni, tra le quali sottolineiamo quella attinente alla grafica di un partito politico.

Nell’impossibilità di includerli tra gli oggetti in esame, in quanto esulano dai tempi indicati nel regolamento la Giuria esprime il suo apprezzamento per la rimessa in produzione della poltrona di Gabriele Mucchi da parte di Zanotta, e del tavolo di Asnago e Vender da parte di Pallucco.

Benché manchi un premio destinato all’educazione al design, la Giuria ha deciso di segnalare l’attività didattica della Domus Academy che, nella fase del suo rodaggio ed impostazione,rivela una forte consapevolezza della complessità della sfida da affrontare.

La Giuria della XIII edizione del Premio “Compasso d’oro ADI/Comune di Milano”, nella riunione dell’8 settembre 1984, ha assegnato i “Compassi d’oro” secondo le seguenti motivazioni.


Giorgetto Giugiaro

Il Compasso d'Oro assegnato a una personalità italiana distintasi per l'insieme delle sue attività è stato assegnato a Giorgetto Giugiaro per l'impatto e la qualità di design  che ha distinto il successo del suo gruppo di progettazione nell'arco degli ultimi anni, attraverso le vaste categorie di prodotti realizzati anche al di fuori dei confini nazionali. Giugiaro esprime il futuro della professione dell'industrial designer, che si basa su una strategia interdisciplinare e nella competenza specifica nell'integrare molte nuove tecnologie e discipline con la tradizione artigianale e la creatività intuitive tipicamente italiane. Il livello notevolmente alto della fusione di design engineering in prodotti molto diversi come le automobili, le macchine per cucire e gli strumenti musicali che sono esposti in questa stessa mostra, illustra chiaramente l'opinione della giuria. Inoltre al di là della qualità dei prodotti disegnati, che spesso contribuiscono ad un successo di esportazione, di servizi professionali di design, campo nel quale  il gruppo Ital-Design ha avuto particolare successo. L'esportazione invisibile di idee e progetti italiani può diventare in futuro un'estensione importante della rinascita economica e può avere un impatto internazionale forse maggiore di quello dei prodotti stessi esportati, così apprezzati all'estero. In un paese come il nostro che è basato su un'economia di trasformazione e nella quale è fondamentale il progetto, il contributo di Giugiaro esprime la maturità del design italiano ad esplorare il futuro in stretta collaborazione con l'industria e con l'attività commerciale, che finisce con l'essere l'espressione più vera dell'industrial design.

Alessi S.p.A. Servizio di posate “Dry” – designer Achille Castiglioni.

Nel servizio "Dry" è espressa la corretta fusione tra la tradizione classica della forma e il fresco contributo personale del designer. Il delicato passaggio tra il disegno delle parti a contatto con la mano e gli elementi funzionali delle posate è risolto con felice scioltezza.

Alessi S.p.A. Servizio da tè e caffè – designer Richard Meier.

In un momento culturale caratterizzato dalla complessità, gli oggetti di Meier assumono un significato polemico rispetto all'imperante riduzionismo e sono stati intesi come un'opera d'arte che affonda le sue radici nel vastissimo, pluridimensionale patrimonio del movimento moderno, evitando citazioni storiche retrograde ed anacronistiche.

B&B Italia. Armadio “Sisamo” – designer Studio Kairos.

L'armadio "Sisamo" si distingue per il modo quasi magico, ma nello stesso tempo non macchinoso, nel quale il problema delle ante scorrevoli è stato risolto con acuta attenzione.

Ing. C. Olivetti & C. S.p.A. Registratore di cassa  “Olivetti Mercator 20” – designer Mario Bellini.

L'articolazione dei volumi contrastanti che racchiudono i moduli tecnici è risolta in una riuscita espressione plastica che, pur ricollegandosi alla tipica immagine Olivetti di altri prodotti dello stesso autore, presenta il carattere della soluzione esemplare.

Olivetti controllo numerico S.p.A. Centro di lavorazione ad asse verticale “HO Autor 400” – designer Rodolfo Bonetto.

Progetto di una macchina utensile che è l'espressione della ricerca di base in un settore industriale in rapido sviluppo. Il risultato è un prodotto nel quale i fattori di configurazione modulare, dei sistemi di controllo e delle misure di sicurezza sono integrati con attenta considerazione del valore architettonico complessivo.

Quasar S.r.L. Ciclomotore “Tender” – designer Italo Cammarata.

Il Ciclomotore "Tender" è stato premiato per la vigorosa ed espressiva integrazione della struttura con la praticità funzionale. Un prodotto veramente efficiente con la carica di una immagine fresca e giovane.

Vorwerk Folletto. Lucidalavapavimenti “FB 33” – designers Arduini, Bonfanti, Salvemini.

Soluzione corretta e coerente per un prodotto di larga diffusione nel quale sono stati studiati con attenzione alcuni particolari come l'efficienza operativa anche nella pulitura degli angoli e la riduzione ad un ingombro contenuto quando l'oggetto viene riposto.

Fusital S.p.A. Immagine coordinata – designer Bob Noorda.

Il Premio è stato assegnato per il modo essenziale ed estremamente corretto di esprimere l'immagine di un'azienda e per il tipo di presentazione dei vari prodotti all'interno di un sistema coordinato che tiene conto anche delle necessità del marketing.

Partito Socialista Italiano. Immagine grafica coordinata – designer  Ettore Vitale.

Una strategia dell'immagine è necessaria per trasmettere i messaggi politici. Il grafico Ettore Vitale ha elaborato quella del Partito socialista italiano con efficienza comunicativa, applicando il vocabolario e la grammatica della avanguardia con rigore, e perciò rifiutando le simmetrie e le assonanze della accademia e del post-moderno.

RAI Radiotelevisione italiana. Sigle televisive: Il cinema dei fratelli Taviani – Il cinema di Wajda – Una vetrina per sette registi – Al pubblico con affetto firmato Comencini – designer Ettore Vitale.

Tentativo riuscito di integrare il progetto grafico nelle operazioni complesse ed a volte contaminate dagli aspetti commerciali dell'industria televisiva. La componente visuale è uno strumento essenziale di espressione verso il sociale, la cui importanza è fondamentale nel campo della comunicazione.

Alitalia. Realizzazione Tecno S.p.A. Immagine coordinata per agenzie passeggeri Alitalia nel mondo. Designers Angelo Cortesi (G.P.I.) – Gianfranco Facchetti e Umberto Orsoni – G 14 Progettazione – Marco Fantoni. Grafica Patrizia Pataccini.

Singolari soluzioni di ambienti integrati per le Agenzie a contatto con il pubblico, realizzati attraverso un codice di elementi di immagine da ripetersi nelle sedi Alitalia dei vari paesi del mondo, con sostanziale apporto delle note qualità produttive e di attenzione formale di un'azienda come la Tecno. Importante anche la promozione del design e del "made in Italy" che ne deriva.

 

Cini Boeri
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