Relazione della giuria

La consistenza variegata dei prodotti presentati mette in evidenza la conquista progressiva di una maggiore coscienza e formazione nella teoria e nella pratica del progetto, in modo tale da interpretare nuovi comportamenti e nuove sensibilità verso problematiche sociali e ambientali.

Appare inoltre evidente la tendenza della cultura del design sia verso l’applicazione di materiali innovativi e tecnologie complesse, sia nella direzione di nuove aperture produttive e distributive.

Il design è il linguaggio della differenza, in quanto sa interpretare le diverse identità tecnologiche all’interno di declinazioni simboliche ed espressive dinamiche; questo si evidenzia sia nei settori tradizionali della produzione italiana, in particolare gli spazi dell’abitare e del lavoro, sia soprattutto in quei settori del progetto che risiedono tra l’area della moda e dei beni per la persona, da un lato, e dall’altro lato del tradizionale disegno industriale.

La diffusione orizzontale di questa disciplina progettuale è pertanto ravvisabile in ogni settore merceologico, anche se è più evidente là dove emerge la necessità di declinare la dimensione seriale della produzione con i desideri e le attitudini della realtà locali: la persona, i comportamenti, i trasporti,lo sport.

Infine un elemento determinante dal punto di vista progettuale comune a tutti i prodotti selezionati consiste nella costante innovazione tecnologica e di materiali senza la quale la dimensione estetica sarebbe niente altro che pura esercitazione formale.

Design come linguaggio strutturale all’interno di contesti d’uso, come fattore importante di equilibrio sociale, di compatibilità ambientale, di processi produttivi che mettono sempre al centro l’uomo: l’umanizzazione della tecnologia, l’azione della misura estetica di cui si nutre costituiscono condizioni fondamentali del design contemporaneo.

 

Filippo Alison
François Burkhardt
Omar Calabrese
Francisco Jarauta
Marie-Laure Jousset
Maurizio Morgantini
Erik Spiekermann