Andries Van Onck

È scomparso il 18 maggio Andries Van Onck, designer e teorico, la cui carriera ha intessuto un significativo collegamento tra la cultura del design nordeuropeo e quella del progetto italiano.


Nato ad Amsterdam nel 1928 aveva avuto tra i suoi primi insegnanti Gerrit Rietveld. Aveva poi studiato alla Hochschule für Gestaltung di Ulm, con Tomás Maldonado, Walter Zeischegg e Max Bill. Dal 1959 viveva in Italia, dove fu assistente di Ettore Sottsass per il design dei calcolatori della serie Elea della Olivetti. 
 
I suoi oggetti conservano l'impronta del rigore formale e tecnico del Novecento olandese (come nella sedia pieghevole Cricket del 1983 per Magis, con Kazuma Yamaguchi, e nella scaletta piegevole per Kartell, 1991), cui si uniscono significativi riferimenti alla cultura dell'oggetto giapponese (le posate per Serafino Zani, 1991) e l'eleganza dei particolari del design italiano (come nelle maniglie per Olivari e Colombo Design e nella stufetta Warm Morning, del 1985, o nello scultoreo calzascarpe Airone per Foca, 2006, progettati entrambi con la moglie Hiroko Takeda). La sua capacità di dare alle macchine complesse una forma razionale gli permise di continuare a progettare anche per l'industria (la macchina per imballaggio Mach 2000, con Hiroko Takeda e Nico Smeenk, 1995).
 
Vincitore nel 1976 del Compasso d'Oro con la serie di interruttori e prese Habitat per Ave (progettata con Hiroko Takeda) fu nello stesso anno membro del Comitato direttivo dell'ADI. Insegnò al Politecnico di Milano, agli ISIA di Firenze e di Roma, all'IED di Milano, e scrisse significativi saggi teorici di metodologia e pratica del progetto, raccolti nei volumi Design. Il senso delle forme e dei prodotti (Lupetti, 1994) e Avventure e disavventure di design (con Hiroko Takeda, Alinea, 2005). Un puntiglioso ed esauriente panorama della sua carriera è nel suo sito Design language etc.