Un caso di studio: Intervento di restauro sulla sedia DU 30

SEGGIOLA DU 30, Gastone Rinaldi, Rima spa, I Compasso d'Oro 1954


                   


DESCRIZIONE

Sedia da ufficio costituita da una base a quattro gambe in ferro trafilato piegato, saldato e verniciato di nero e da una struttura interna in costituente seduta e schienale in lega d’acciaio. Seduta e schienale presentano un’imbottitura in gomma naturale ed un rivestimento tessile di tela bicolore in fibra vegetale.

STATO DI CONSERVAZIONE

La sedia DU 30 è stata individuata come caso metodologico da approfondire proprio in virtù del suo particolare stato di conservazione. Dal punto di vista conservativo, infatti, il degrado non è rilevabile ad una prima e semplice analisi visiva poiché interessa l’imbottitura interna, coperta dal rivestimento tessile ancora perfettamente integro. Solo l’analisi tattile dell’imbottitura, già effettuata nel corso del primo sopralluogo, ha consentito di rilevare lo stato di degrado molto avanzato della schiuma interna, ridotta per lo più in polvere e in grumi dalla consistenza dura. Il tessuto di rivestimento, pertanto, appoggiandosi ad un’imbottitura compromessa sia dal punto di vista funzionale che estetico, risultava teso in maniera irregolare, assecondando con numerose pieghe gli avvallamenti dell’imbottitura sottostante. Per quanto riguarda le gambe in ferro verniciato si rilevano diffusi graffi, mancanze della vernice (con presenza sottostante di macchie di ossidazione) e alcune circoscritte ammaccature causate da urti accidentali.

INTERVENTI EFFETTUATI

Considerato il pessimo stato di conservazione dell’imbottitura interna si è deciso di procedere allo smontaggio della sedia, in collaborazione con un tappezziere specializzato in arredi mobili. Le fasi di smontaggio (figure da 1 a 8) hanno consentito di documentare e comprendere al meglio la tecnica di montaggio e realizzazione della sedia ideata dal designer G. Rinaldi e di approfondire le analisi sul materiale plastico utilizzato per l’imbottitura, sia dal punto di vista della composizione chimica che per la comprensione dei fenomeni di degrado.

Le delicate operazioni di smontaggio hanno dapprima previsto la rimozione delle gambe ancorate alla base in acciaio mediante viti (figura 1) e successivamente si è proceduto alla rimozione del tessuto di rivestimento, operano solo sulla rimozione delle cuciture manuali lungo il profilo anteriore della seduta (figura 2). Una volta smontate le parti di rivestimento tessile e di imbottitura, è stato possibile documentare la struttura interna della sedia: un unico stampo costituente seduta e schienale in lega d’acciaio che si divide in due parti al di sotto della seduta. Le due metà della seduta risultavano congiunte tra loro nella parte inferiore da bullone saldato tra le due parti che, infatti, è stato necessario rimuovere per il completo smontaggio delle parti costitutive.

Il retro della struttura metallica era imbottito con ovatta di cotone ricoperta da una telina in fibra vegetale incollata su tutto il perimetro (figure 4-5), mentre la parte anteriore, quella corrispondente alla seduta vera e propria, era imbottita con schiuma in gomma naturale in avanzato stato di degrado e contornata in tutto il perimetro da un bordino di materiale plastico di colore nero. Dalle osservazioni visive è verosimile

ipotizzare che l’imbottitura in schiuma di gomma sia stata direttamente applicata sulla seduta metallica, la quale ne costituiva la forma dello stampo originario.

La schiuma si presentava estremamente ingiallita, ridotta per lo più in polvere e in grumi, rimasti adesi alla seduta metallica, ed estremamente induriti (figura 3 e 7).

Si è deciso pertanto di asportare i pochi resti degradati al fine di procedere con le analisi scientifiche e di ripristinare l’imbottitura. Durante l’asportazione dei grumi di schiuma, al di sotto del materiale degradato, sono state rilevate delle piccole parti di imbottitura ancora flessibili e quindi in un buon stato di conservazione (figura 8). I campioni di materiale prelevato sono stati pertanto analizzati mediante analisi FTIR effettuata dai laboratori scientifici in collaborazione con l’Università di Torino.

La gomma è un materiale altamente sensibile all’azione dell’ossigeno: perde inizialmente la sua flessibilità diventando rigido e crettandosi, per poi perdere completamente coesione sbriciolandosi. Come evidenziato dalla figura 8, le due parti di schiuma di gomma ancora intatte erano chiaramente in buono stato di conservazione, in quanto si trovavano nel punto più interno della struttura metallica (nel punto di incontro schienale e seduta) per cui più protette dall’azione degradante dell’ossigeno.

Una volta analizzati tutti i materiali rimossi e comprese le cause di degrado, e prima di procedere alla messa in opera di una nuova imbottitura, lo stampo in acciaio è stato accuratamente pulito dai residui di schiuma di gomma ancora adesi con impacchi di acetone sia sulla fronte che sul retro (figura 9). Il bordino in gomma nera, il quale presentava sia residui di schiuma che di colla è stato pulito prima meccanicamente e poi con acqua e tampone.

Il tessuto di rivestimento è stato sottoposto ad una prima accurata pulitura fisica mediante microaspirazione, che ha permesso di rimuovere tutta la polvere della gomma degradata, depositata all’interno della tessitura; successivamente,mediante pulitura chimica con Solvent Gel di acetone, sono stati rimossi i residui di colla presenti sul perimetro interno del rivestimento (figura 6).

Sempre in collaborazione con il tappezziere la sedia è stata quindi rimontata cercando di ripristinarne le caratteristiche di estetica e di funzionalità(figure da 10 a 13).

Considerando il degrado rilevato e l’impossibilità di schermare la nuova imbottitura dall’ossigeno si è deciso di non utilizzare nuovamente la schiuma di gomma, ma un materiale che potesse garantire le stesse caratteristiche elastiche, estetiche ed una maggiore stabilità nel tempo.

Dopo aver effettuato una ricerca, tenendo conto delle caratteristiche e dei criteri da rispettare, è stata scelta una schiuma poliuretanica di tipo etere, molto simile alla schiuma originale, acquistata in una azienda specializzata nella produzione di materiali per imbottiture.

Un foglio di una schiuma poliuretanica di uno spessore di circa 2,5 cm (stesso spessore rilevato dai pochi resti della schiuma originale) è stato sagomato e incollato solo sui bordi della struttura metallica con adesivo Bostick (figura 10). Seppur questo materiale plastico risulta indubbiamente più stabile all’azione dell’ossigeno rispetto alla gomma, può degradarsi se esposto direttamente all’azione della luce; pertanto, al fine di schermare ulteriormente il poliuretano, si è deciso di rivestire la nuova imbottitura con un primo strato di Tyvek®(tessuto in polietilene completamente inerte) e un secondo tessuto di protezione in leggera tela di cotone di colore nero (figure 11-12). Sia il Tyvek®che la tela nera sono stati sagomati e cuciti uno dopo l’altro sull’imbottitura al fine di ridurre al minimo l’utilizzo di adesivi.

Terminato l’intervento di ripristino dell’imbottitura, il tessuto originale di rivestimento è stato nuovamente inserito, come era  in origine, all’interno del sistema di chiusura dello stampo in acciaio al di sotto della seduta e le cuciture manuali precedentemente rimosse sono state riprese con punti e filati idonei (figura 13).

Infine, l’intervento di recupero delle gambe ha previsto le seguenti operazioni: rimozione delle ossidazioni con paglierina in fibre metalliche, successiva pulitura con tamponi di cotone idrofilo imbevuto di ligroina e ritocco delle cadute di vernice nera con acrilico opaco.

CONCLUSIONI

L’imbottitura è in gomma naturale (poliisoprene e resina terpenica),la fibra gialla del tessuto del rivestimento è in lana, mentre la fibra scura e quella della cucitura  sono di origine vegetale, cotone. L’analisi effettuata con la tecnica della pirolisi-gascromatografia-spettrometria di massa ha confermato i risultati ottenuti con le analisi FITR sulla composizione dell’imbottitura.


Figura 1. Particolare durante lo smontaggio delle gambe


Figura 2. Particolare durante la rimozione delle cuciture manuali lungo il bordo anteriore dello schienale


Figura 3. Particolare del degrado della gomma naturale al di sotto del rivestimento tessile


Figura 4. Particolare durante lo smontaggio


Figura 5. Particolare dell’imbottitura in ovatta sul retro della struttura metallica della seggiola


Figura 6. Particolare durante la pulitura con Solvent Gel dei residui di colla sulla parte interna del rivestimento tessile


Figura 7. Struttura metallica dopo lo smontaggio del rivestimento: sono visibili i resti della schiuma di gomma degradata


Figura 8. Particolare dei residui di gomma ancora conservata, rimasti adesi al centro della seduta


Figura 9. Particolare durante la pulitura della struttura metallica dai residui di colla e schiuma di gomma


Figura 10. Durante la sagomatura e l’incollaggio della nuova imbottitura in schiuma poliuretanica


Figura 11. Particolare durante la sagomatura del tessuto Tyvek® sulla schiuma poliuretanica


Figura 12. La sagomatura del tessuto di colore nero applicato al di sopra del Tyvek® al fine di schermare la schiuma poliuretanica da raggi UV


Figura 13. Particolare durante il rimontaggio del rivestimento tessile, con la ripresa delle cuciture manuali sul bordo anteriore della seduta