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Triennale: il futuro prossimo

La Triennale di Milano ha presentato i suoi programmi per il prossimo anno: non solo mostre, ma teatro diffuso, dibattito, musica, e molte iniziative in rapporto con la città.


Stefano Boeri, con Joseph Grima (Triennale Design Museum) e Lorenza Baroncelli (direttore artistico), ha illustrato i piani della Triennale per il prossimo anno, alla presenza del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e del sindaco di Milano Giuseppe Sala.

Dopo il successo della XXII Esposizione triennale che si è recentemente conliusa (281.420 visitatori) e il buon avvio del Triennale Design Museum (39.000 visitatori nei primi tre mesi) vengono annunciate anche iniziative di più lunga scadenza.

Da sinistra: Stefano Boeri. Giuseppe Sala, Attilio Fontana alla presentazione dei programmi 2020 della Triennale.


Tra queste spicca un accordo di collaborazione che durerà otto anni con la Fondation Cartier di Parigi, l’ente culturale privato in prima linea nel mondo dell’arte contemporanea mondiale, con il cui si avvierà uno scambio di mostre all’insegna della più stretta collaborazione. Alla Triennale on est chez nous, “siamo a casa nostra”, hanno affermato il presidente Cyrille Vigneron e il direttore generale Hervé Chandès ricordando le iniziative della Fondation Cartier con Alessandro Mendini, Andrea Branzi e Enzo Mari. Tra le mostre che verranno a Milano una sulla collezione della fondazione, a cura dell'artista argentino Guillermo Kuitca, e una sugli indios Yanomami della fotografa e attivista ambientalista Claudia Andujar.

Ma l’accento principale è andato al carattere poliedrico dell’attività della Triennale, la cui sede sarà oggetto di un lungo restauro per restituirle fedeltà al progetto originale di Muzio (a cura di Luca Cippelletti), ma accoglierà anche modernissime sistemazioni al servizio del pubblico contemporaneo e più giovane, come uno skate park che verrà realizzato al piano terreno con suoni e luci interattive.

Tra le mostre da realizzare nei primi mesi del 2020 una su Enzo Mari (in programma a marzo, a cura di Hans Ulbrich Obrist) e una su Carlo Aymonino. Al primo piano del Palazzo dell’Arte saranno invece allestite in primavera una mostra su Giancarlo De Carlo e una su Vico Magistretti. Per il 2021 si pensa a una mostra su Saul Steinberg e sul suo profondo rapporto con Milano.

Joseph Grima ha tenuto a sottolineare la funzione di dibattito che la Triennale continuerà ad avere: in preparazione la terza edizione dello storico convegno internazionale The State of the Art of Architecture vedrà i principali architetti di tutto il mondo confrontarsi sulle direzioni che la disciplina sta prendendo a livello internazionale. In progetto collaborazioni con Bjarke Ingels e Maurizio Cattelan, una mostra di manifesti delle avanguardie e una rassegna dedicata a Corrado Levi.

Non mancheranno iniziative destinate al pubblico più vasto, come una rassegna sui serial televisivi e una sul calcio, proseguendo un’esperienza già iniziata quest’anno, e un fitto programma teatrale che interesserà tutti gli spazi espositivi, uscendo spesso dal teatro dell’Arte.

Presenza su tutti i terreni, quindi, ma anche all’esterno del palazzo: il direttore del carcere di San Vittore Giacinto Siciliano ha annunciato l’ampliamento della collaborazione con la Triennale per riformare radicalmente gli spazi dell’istituto milanese facendone un centro di iniziative culturali comuni a detenuti ed esterni.

A conclusione il presidente lombardo Fontana ha richiamato la collaborazione fra Triennale, ADI e Musei d’impresa per la diffusione della cultura del progetto, e il sindaco Sala ha definito la città come “laboratorio di trasformazione e di nuova socialità” dove la politica non può più essere unidirezionale: a Milano la politica ascolta ed è aperta alla partecipazione. “E la Triennale è uno straordinario mediatore".