Andrea Branzi
Architetto, designer, teorico dalle proposte coraggiose e non convenzionali
È scomparso Andrea Branzi (Firenze 1938), figura centrale del design italiano, designer, teorico e docente. A lui il mondo del progetto deve alcune delle formulazioni più originali del rapporto tra creazione, produzione e circolazione degli oggetti nella società contemporanea. Fu, dagli anni Sessanta, al centro di iniziative che partivano dalla critica del razionalismo, con la fondazione a Firenze nel 1966 dello studio Archizoom Associati, insieme con
Gilberto Corretti, Paolo Deganello e
Massimo Morozzi. Di questi anni sono i contributi ai progetti urbanistici della
No-Stop City e a quelli di arredamento domestico, con il divano Superonda.
Collaboratore di
Casabella con la direzione di
Alessandro Mendini, si trasferì a Milano nel 1973, dove lavorò come consulente del Centro Design Montefibre (con il quale vinse nel 1979, con
Massimo Morozzi e
Clino Trini Castelli, un Compasso d'Oro per il sistema Meraklon Fibermatching). Fu tra i fondatori del movimento
Global Tools che, ispirandosi ai movimenti artistici del Comportamentismo e dell'Arte concettuale, ne trasferiva al design l'atteggiamento libero da programmi e centrato sull'azione e sulle idee più che sugli oggetti in sé.
Autore di sistemi decorativi bidimensionali, collaborò all'ideazione di mostre (
Il design italiano degli anni Cinquanta, 1977), partecipò all'attività del gruppo
Alchimia e aderì nel 1981 a
Memphis, il movimento che puntava a rivoluzionare l'immagine dell'arredamento introducendovi forme e colori. Tra i suoi progetti di design la libreria Gritti (1981) e il divano Century (1982) e – per Memphis – la libreria Libera e il tavolino Centrale. Progettò dal 1981 la Galleria d'arte moderna di Arezzo e vinse il concorso internazionale per la sistemazione del Muro di Berlino.
Fondatore e poi presidente di
Domus Academy, la scuola di alta formazione al progetto, dal 1983 al 1987 fu direttore della rivista
Modo, che arricchì di interventi sui temi della tecnologia, della società, delle ideologie e del linguaggio. Nel 1987 vinse il Compasso d'Oro alla carriera.
Collaboratore negli anni Novanta di Pitti Immagine, fu curatore di mostre che facevano il punto sulla situazione contemporanea del design italiano, da quella sul
Dolce Stil Novo (Firenze, Palazzo Strozzi) a
The New Italian Design (Triennale di Milano, 2007), ritratto del giovane design italiano all'inizio del terzo millennio.
Professore ordinario alla Scuola del Design del Politecnico di Milano, è autore di numerosi volumi, tra cui
Introduzione al design italiano (2008, 2018),
Il design. Storia e controstoria (2018),
E=MC2. Il progetto nell'epoca della relatività (2020), fino al recentissimo
Pinocchio? (2023) che raccoglie i suoi disegni sul personaggio di Collodi.