Il rapporto è stato elaborato dall’Osservatorio Socialis di Errepi Comunicazione, in collaborazione con l'istituto Ixè, su un campione rappresentativo di 400 aziende italiane con più di 80 dipendenti e è stato presentato l’estate scorsa a Roma con la partecipazione di Acea, Ferrovie dello Stato, MSD, Prioritalia e Terna e con ii patrocinio, tra gli altri, dell’ADI, presso il ministero dello Sviluppo Economico.
L’85 per cento delle aziende ha scelto di scommettere sulla CSR (era l’80 nel 2015), un valore quasi doppio, rispetto a quello di sedici anni fa, quando iniziò la rilevazione dell’Osservatorio Socialis. Attenzione al territorio e alle comunità locali, alle azioni di riduzione dell’impatto ambientale per le spese energetiche e per la raccolta dei rifiuti: ma anche grande e crescente attenzione al coinvolgimento dei dipendenti e al supporto della cultura aziendale.
Il 48 per cento delle imprese intervistate ritiene che l’attenzione verso la CSR sia in crescita e il 47 per cento che sia stabile. Il dato relativo all’aumento dell’attenzione da parte delle imprese verso la CSR conferma una progressiva diffusione della consapevolezza della rilevanza della CSR tra i manager italiani. Ne sono convinti in misura maggiore il settore finance, la chimica/farmaceutica e l’industria della metallurgia.
“Gli investimenti in percorsi di responsabilità e sostenibilità sono ormai avvertiti come necessari, anche grazie alla spinta dei consumatori”, spiega Roberto Orsi, direttore dell’Osservatorio Socialis, “e stanno mettendo radici nelle organizzazioni che vogliono stare sul mercato in maniera più efficace e duratura. La sfida ora è far diventare la CSR più popolare, riconoscibile e contagiosa, premiando chi forma il personale, è coerente, condivide a tutti i livelli, ascolta gli stakeholder, comunica e informa, programma e misura la responsabilità sociale”.