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Cosa pensano i giovani designer

Al seminario di Fondazione Symbola i designer under 35 e le loro idee sulla professione


Hanno risposto con grande interesse i giovani designer italiani che ADI ha indicato a Fondazione Symbola per l'incontro sul design del suo Seminario estivo Noi siamo i tempi, che si è svolto il 27 giugno a Mantova. Il risultato è stato un momento di dialogo diretto con i protagonisti della rubrica 35 DESIGNER UNDER 35 pubblicata sul sito di Fondazione Symbola. Insieme con i giovani designer hanno partecipato il direttore di Fondazione Symbola Domenico Sturabotti, la giornalista e curatrice Giovanna Massoni e Carlo Branzaglia, del Consiglio direttivo ADI, che hanno condotto il dialogo con i protagonisti della giornata.



Gli interventi hanno toccato temi centrali per i giovani designer: oltre al senso che il design assume nella società contemporanea e alle trasformazioni indotte dall'evoluzione delle tecnologie. al centro degli interessi dei giovani professionisti ci sono tre filoni di idee: la responsabilità del designer, la formazione e l'integrazione nel mondo del lavoro, gli esiti professionali, dall'ingresso negli studi di design all'integrazione negli uffici progettazione delle aziende, alle varie sfumature che l'attività del design assume nel mondo del lavoro.

"È emerso un grado di consapevolezza molto forte", commenta Carlo Branzaglia, "in una generazione che sa molto bene che cosa sta facendo e sa anche che quello che sta facendo deve avere un'utilità effettiva per l'utente, piccola o grande che sia. E i giovani designer sanno anche come articolare il loro ruolo professionale, inserendosi in strutture già date o inventandosene delle nuove, anche in termini strutturali: microaziende con costellazione di collaboratori, start-up, gruppi che si formano secondo i progetti, uffici di progettazione o di Ricerca & Sviluppo."



Lo scenario generale è quello della diffusione della cultura del progetto in nuovi settori, che caratterizza il design degli anni più recenti. "All'irradiamento del design in contesti molto differenziati", conclude Branzaglia, "corrisponde una trasformazione degli interessi centrali dei designer, in cui il metodo e il processo prevalgono sul prodotto. Lo dimostrano i sempre più numerosi casi di design della formazione, dell'agricoltura, della sicurezza, della facilitazione ideativa, dei materiali culinari e di altre applicazioni del progetto a settori finora inconsueti."