Il design italiano è diventato però negli ultimi settant’anni una sorta di esperanto capace di esprimere l’eccellenza del Made in Italy in tanti settori ma non è mai stato autoreferenziale nella sua storia, ha sempre privilegiato la capacità inclusiva delle esperienze e questo indipendentemente dalla latitudine del mercato. Una qualità esemplare, perché rivolta all’essenza dell’uomo e non alle mere regole di marketing.
Proprio su questa capacità di essere compresi e sulla volontà di esprimere valori condivisi il Compasso d’Oro ADI intende, dalla prossima edizione del 2020, esplorare la produzione internazionale in una sezione dedicata. Non una gara tra nazioni, bensì la volontà di condividere la nostra esperienza affinché il linguaggio del design possa esprimere sempre più valori di responsabilità, sostenibilità e libertà.