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Il ruolo del design

Diritti e doveri coinvolgono l’uomo in ogni momento della propria vita, da quando iniziamo a farne parte, ma anche quando ne usciamo. ADI con il suo Osservatorio permanente indaga ogni anno con coraggio le complesse relazioni tra prodotti e servizi rispetto a una contemporaneità con risvolti sempre più globali, che coinvolgono condizioni di vita, di salute, di status, di sentimento, di lavoro, di svago e di cultura.


Un lavoro strettamente legato alla dimensione disciplinare del “fare design”, ma anche un lavoro che necessariamente implica una relazione multidisciplinare originale. Il design quindi quale cultura trasversale capace di comprendere e poi proporre risposte articolate comprensibili a quelli che ormai è riduttivo definire “fruitori”.

Ma perché proprio il design dovrebbe avere questo ruolo? Innanzi tutto perché un design consapevole, coniuga in sé solide conoscenze tecniche, che gli permettono di comprendere e coniugare la lingua della scienza e della tecnologia, con la libertà culturale dell’arte e dei suoi valori.

Il design è in grado di guardare il mondo riconoscendone le parti più originali, elaborandole in forme e immagini capaci di proporre nuovi riferimenti culturali in grado di orientare al miglioramento di quelli passati. Un lavoro di continua navigazione in un arcipelago di riferimenti, spesso privi di comunicazione tra loro.

Il design e i designer navigano sul mare di quest’arcipelago senza una rotta precostituita, guidati dalla responsabilità personale, toccando un’isola dopo l’altra, portando parole e linguaggi differenti, senza nostalgia per la propria lingua originaria. Traducendo poi il tutto in oggetti e funzioni cariche di qualità etiche ed estetiche. Il design è una risorsa strategica e trasversale che può quindi connettere la produzione, la formazione, il commercio, valorizzandone le eccellenze. Il design ci rappresenta e sottolinea l’unità di pensiero che caratterizza il nostro modo di creare, di vivere e di lavorare.

Il design deve costantemente confrontarsi con la trasformazione dei paesaggi culturali, sociali, tecnologici, scientifici, comunicazionali ed emotivi nei quali è costantemente chiamato a svolgere un ruolo di proattività, di “lievito” progettuale e culturale.

Luciano Galimberti
Presidente ADI