Negli stessi anni, la Olivetti stava progettando e realizzando il primo elaboratore elettronico (l’Elea 9000, Compasso d’Oro nel 1959 per il design di Ettore Sottsass) basato su programmi molto simili a quelli che sono alla base delle attuali “nuove tecnologie”.
Un momento d’oro della cultura italiana, in cui si univano sperimentazione scientifica e sperimentazione artistica, nell’utopia di un’unione virtuosa di arte e industria destinata a permettere una fruizione 'democratica’ dell’arte da parte di un pubblico vasto e popolare.
La mostra di oggi – a cura di Marco Meneguzzo, Enrico Morteo e Alberto Saibene – ripropone quasi tutti i lavori esposti nella mostra Arte programmata (la prima al mondo) prodotta dalla Olivetti e ideata da Bruno Munari e da Giorgio Soavi con il sostegno critico di Umberto Eco, allestita cinquant’anni fa a Milano, nel negozio Olivetti in Galleria Vittorio Emanuele.
Programmare l’arte. Olivetti e le neoavanguardie cinetiche
9 novembre 2012 – 3 marzo 2013
Museo del Novecento, Archivi del Novecento “Ettore e Claudia Gianferrari”
via Marconi 1, Milano
In alto: Davide Boriani, Superficie magnetica, 1961, Vicenza, coll. Valmore studio d’arte.