1. Non contempla le professioni non ordinistiche, riconosciute per legge solo all'inizio del 2013. Chi non è iscritto a un Ordine non può accedere al MEPA.
2. Non prende in considerazione il design. Chi esercita questa professione è costretto, per essere presente nel MEPA, a confluire in categorie improbabili rispetto alla propria professione.
3. Esclude i giovani e le piccole imprese: per poter accedere al MEPA è necessario avere un fatturato minimo di almeno 25.000 euro.
4. Non fornisce strumenti per la valutazione di un progetto. Unico criterio di valutazione è il prezzo. Ma un buon progetto, anche se in origine più costoso, può rendere efficienti e virtuosi beni e servizi facendo risparmiare nel tempo la PA.
5. Sta creando un esercito di terzisti non catalogabili e non censibili, costretti a far capo in subappalto a poche società accreditate, diminuendo la trasparenza del sistema.
6. Annulla il valore di creatività e innovazione perché cancella di fatto i principi del Manifesto per la creatività e l'innovazione in Europa redatto da numerose autorevoli personalità del design nel 2009, presentato nello stesso anno al presidente Barroso.
ADI, AIAP e AIPI invitano tutti i professionisti e gli attori del mondo del progetto, interessati a rendere efficiente uno strumento pur valido nelle intenzioni come il MEPA, a sottoscrivere l'appello online.
La lettera inviata al ministro dell'Economia e delle Finanze