Design per l'arte: linguaggi digitali

Nuovi strumenti di conoscenza per il pubblico della cultura


Nell'evoluzione della pandemia del Covid-19 la riapertura (prudente) dei musei è stata salutata in giugno come uno dei felici segnali del recupero della normalità. Ma di questa nuova normalità fanno ormai parte, nella coscienza generale anche i linguaggi digitali: la pandemia ci ha fatto capire come, tra l'altro, possano essere anche un potentissimo strumento di lettura e di conoscenza del senso delle opere d'arte. 

Occorrono naturalmente un attenzione particolare e l'elaborazione di una grammatica e di una sintassi inedite, che riuniscano con efficacia gli strumenti della psicologia della percezione, del montaggio video e dell'animazione a quelli dell'analisi dell'opera d'arte. E questa elaborazione è materia del design, in particolare del design degli allestimenti espositivi e della didattica sull'arte.

Ne è un esempio – sul sito Art Perception, dedicato alle nuove possibilità di diffondere la conoscenza delle opere d'arte – un breve video della serie Art Perception Pills, realizzato da Perla Gianni Falvo con Studiuniti, che presenta un'interpretazione della Madonna del Cardellino di Raffaello. È stato pensato per agevolare il contatto con l’arte nel modo più semplice e rilassato: un concentrato di conoscenza che mette in pratica indicazioni emerse dalla ricerca al confine tra percezione estetica e scienze cognitive. 

Il video è un esempio di come si possano costruire con il digitale nuovi rapporti tra spettatore e arte, tema di un'intervista realizzata da Art Perception International con Daniel Goleman, teorico dell’intelligenza emotiva. Un'indicazione su che cosa il design possa fare per diffondere la conoscenza.


Una lettura digitale della Madonna del cardellino di Raffaello (Firenze, Uffizi)