Elio Fiorucci

È scomparso a Milano a 80 anni, nella notte tra domenica e lunedì 15 luglio, Elio Fiorucci, personaggio chiave dell'ultimo mezzo secolo sulla scena internazionale dell'abbigliamento e dell'accessorio di moda, oltre che originale inventore di formule di distribuzione e di concept del punto di vendita.


Milanese, aveva iniziato a occuparsi di abbigliamento e accessori partendo dalla tradizione di famiglia (la gestione di un negozio di calzature nel centro della città) e ampliandola a un nuovo concetto di distribuzione che avrebbe proposto con un primo negozio nel 1967. Qui offriva non solo una scelta di abbigliamento giovanile e popolare ispirato alle nuove culture e ai riferimenti internazionali che si stavano diffondendo nel gusto, ma anche una serie di accessori (dai cappelli agli occhiali, dagli orologi ai gadget da regalo) coerenti con le tendenze pop emergenti.

Dal 1970 iniziò a produrre abbigliamento e accessori con il suo marchio. Rapidamente la formula trasversale che sostituiva allo stile del prodotto lo stile di vita si fece strada in tutti i grandi mercati mondiali, permettendogli di aprire negozi a Londra (1975) e a New York (1976) e, alla fine del decennio, a Los Angeles. Divenne così un simbolo della cultura dell'abbigliamento popolare e uno dei grandi nomi del mondo della moda, in contatto con artisti come Keith Haring (che decorò il negozio milanese di Fiorucci), Warhol, Basquiat, dalle cui immagini e dal cui modo di concepire l'arte traeva ispirazione per il suo lavoro.

Dal 1990 aveva ceduto la sua azienda alla società giapponese Edwin International, pur mantenendo a Milano il centro di progetto, continuando a intervenire nella grande distribuzione dell'abbigliamento (con il rilancio dei grandi magazzini OVS), dedicandosi a grandi progetti di intervento internazionale (il Progetto Amazzonia del WWF) e partecipando attivamente a iniziative culturali e formative (faceva parte negli anni novanta del Comitato scientifico di IED Milano).

Direttamente collegato con la filosofia che l'aveva ispirato agli inizi della sua attività negli anni Sessanta è il più recente progetto creativo: Love Therapy (attivo dal 2003). Un brand trasversale a ogni merceologia, fondato sui valori popolari e condivisi di calore degli oggetti, fantasia e libertà, come sempre al di là di ogni canone stilistico.

"Un'attività commerciale", dichiarava, "deve sempre partire da un progetto spirituale perché i consumatori sono sempre in grado di riconoscere i valori essenziali di un prodotto."