L'ADI, la sua nuova sede e la bellezza a Milano

Sta suscitando qualche polemica a Milano una lettera aperta inviata al “Corriere della Sera” da Gianni Biondillo, architetto e scrittore, in cui il progetto di restauro e riedificazione dell'area tra le vie Cenisio e Messina (la cosiddetta "area Enel", già sede degli uffici milanesi della società) viene accusato di essere un'operazione che regalerà alla città nuove presenze architettoniche di rara bruttezza. Nella sistemazione dell'area troverà posto anche la nuova sede dell'ADI, che viene indirettamente chiamata in causa perché si esprima sulla qualità dell'intervento.


Qui la lettera di Biondillo al “Corriere”, cui per altro ha risposto lo stesso sindaco di Milano Giuliano Pisapia, confermando l'appoggio dell'attuale Giunta comunale al progetto, varato dall'amministrazione precedente ma che ha ottenuto un'approvazione pressoché unanime da parte dell'attuale Consiglio comunale.

Pubblichiamo qui anche l'intervento della presidente nazionale ADI Luisa Bocchietto, uscito sulle stesse pagine:

“Caro sindaco... i mostri sono altrove.

“[...]Sono il presidente dell’ ADI (Associazione per il Disegno Industriale) e ho vissuto le vicende del piano di recupero dell’area Enel Porta Volta, negli ultimi due anni.

“L' amministrazione precedente, di Letizia Moratti, attraverso il suo assessore Carlo Masseroli, ha individuato ADI come ente che svolge attività di utilità pubblica a cui destinare uno degli edifici del complesso, per realizzarvi la propria sede e l'esposizione permanente della Collezione Storica del Compasso d’Oro. (ADI da più di 50 anni promuove il design italiano attraverso questo premio, senza alcun contributo pubblico).

“Questo riconoscimento, che arriva all’ADI dopo tanti anni, permetterà alla città di avere un luogo espositivo di grande attrazione che, in aggiunta a quelli già presenti, rafforzerà l’identità culturale della città. La nuova amministrazione di Giuliano Pisapia, con il suo assessore Lucia De Cesaris, ha riconosciuto, in modo altrettanto convinto, il valore di questo progetto; anche a loro siamo grati. Una volta tanto le diverse visioni politiche concordano sulla qualità dei fatti e valorizzano le scelte strategiche; questo di per sé è un fatto molto bello.

“Il progetto si sviluppa su tre isolati; in particolare quello interessato dalla sede ADI vede un sostanziale recupero dei fabbricati, alcuni dei quali di una bellezza davvero emozionante, come quello che ci verrà dedicato; una sorta di cattedrale dell’archeologia industriale, all'interno della quale verranno anche mantenute alcune turbine, oggetti quasi metafisici, che ben si integrano allo spazio, nello spirito di valorizzazione della cultura industriale che ci appassiona.

“I soci dell’ADI, perciò, non avranno certo di che vergognarsi, ma piuttosto, finalmente, un luogo dove incontrarsi, aperto anche alle esigenze del quartiere secondo le ultime richieste dell’assessore, ed un luogo ove svolgere attività culturali e espositive a ricaduta positiva sulla città.

“Gli altri due isolati vedono la creazione ex novo di una piazza e di un albergo (di 7 e non di 9 piani) e di edifici residenziali che sostituiscono quelli attuali, nei limiti del progetto approvato. Il progetto è arrivato allo stato attuale di definizione dopo ben dieci anni di osservazioni, pubblicazioni, valutazioni ambientali e incontri.

“Ho visto i progettisti provati da questo lungo cammino e condiviso la loro gioia nel vedere finalmente avvicinarsi la realizzazione. Il progetto planivolumetrico dell’albergo in questione non è ancora definitivo, ma, per quello che ho visto, non mi sembra sostituirsi negativamente ad una qualità ambientale idilliaca come viene descritta.

“Forse le resistenze sono dettate da un immobilismo che in Italia ha penalizzato l’architettura e gli architetti in modo arrogante ogni qual volta si decideva di fare qualcosa, senza proporre soluzioni, a favore di un abbandono e di un incuria imperdonabili (in Francia c’è una Legge sull’Architettura da noi una Legge sui Lavori Pubblici; la differenza è sostanziale). Le altre capitali in ogni caso avanzano e noi restiamo fermi per i troppi veti incrociati; questa mentalità regressiva la ritrovo nelle polemiche inutili, a scoppio ritardato, su un progetto complesso che è stato ampiamente valutato e che contiene tante opportunità. Forse qualche singolo non apprezzerà di perdere qualche privilegio di vista o qualche romantico scorcio decadente....ma non si può rinunciare sempre alla vita.

Luisa Bocchietto, Presidente ADI”


Qui, per completezza, un'ulteriore replica al sindaco Pisapia di Biondillo e dei critici del progetto.



In alto: il rendering della palazzina industriale restaurata in cui troverà sede l'ADI.