Macchine volanti, tecnologia, design

È un blog, ma si presenta con motivazioni che una volta avrebbero spinto a fondare una rivista. Promette di parlare, con intelligenza e con ambizioni che non scontenterebbero nemmeno Umberto Eco, di un tema che non si affronta mai con sufficiente buon senso: il rapporto tra uomini, società e tecnologia. Si chiama "Le macchine volanti".


Lo pubblica Telecom Italia, il cui presidente esecutivo Giuseppe Recchi invita i lettori (i follower?) a non guardare alle nuove tecnologie con gli occhi di ieri. Presenta il blog come "un magazine capace di spaziare dentro tutti i possibili campi del pensiero culturale legato all’innovazione: dalla tecnologia alla letteratura, dall’economia digitale all’analisi del linguaggio, dalle strategie della politica delle reti ai meccanismi di condivisione della conoscenza". Quindi un'erede digitale delle migliori riviste culturali pubblicate dai grandi gruppi industriali degli anni Cinquanta e Sessanta, da Olivetti a IBM.

Quindi uno strumento di informazione che parla di design.
 
Con lui Massimo Mantellini, tra i non numerosissimi esperti di media e di tecnologie che frequentano la riflessione sui rapporti tra macchine, persone e società (tra l'altro con i suoi interventi sul quotidiano online Il Post).

E quindi parla di design.
 
Infine un designer, Paolo Barberis, fondatore di Dada nel 1995 e quindi con pionieristica esperienza di startup digitali, che ragiona sui rapporti di produzione nel mondo delle ormai non più nuove tecnologie: economia, organizzazione, legislazione.

E quindi parla di design.
 
Insomma: parlare di design senza parlare di prodotti, ma discutendo di idee, di strutture sociali, di posizioni culturali. Non è poco, ed è qualcosa che mancava da parecchio nel panorama editoriale del design. Buon viaggio alle Macchine volanti e ai loro piloti. (DMo)
 
 
Le macchine volanti