Milton Glaser

Scompare una delle figure centrali della comunicazione visiva del XX secolo


È morto il 26 giugno a New York a 91 anni Milton Glaser, grafico e illustratore, autore e simbolo una svolta decisiva per il progetto grafico (in particolare per quello editoriale) e per la comunicazione pubblicitaria, in cui ha saputo fondere l’efficacia della pubblicità statunitense alla capacità immaginativa della grafica europea degli anni Sessanta.

Frequenti e fecondi sono stati del resto per tutta la sua vita i rapporti con l’Europa, e in particolare con l’Italia: dopo gli studi alla Cooper Union di New York una borsa di studio gli aveva permesso di frequentare nel 1951 l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove aveva studiato pittura con Giorgio Morandi.

Di ritorno a New York aveva fondato nel 1954, con Seymour Chwast e Edward Sorel, i Pushpin Studios: oltre che uno studio professionale un gruppo di ricerca di tendenza sull’espressione grafica, destinato a creare un movimento del graphic design e dell’illustrazione cui parteciparono alcuni tra i migliori professionisti di quegli anni, tra cui Paul Davis, John Alcorn e James McMullan.

L’affermazione internazionale del movimento si consolidò definitivamente nel 1970, con una mostra collettiva al Louvre di Parigi, intitolata Pushpin Style e sponsorizzata anche da Olivetti, per la quale Glaser aveva creato un celebre manifesto.

Fondatore nel 1974 del proprio studio (Milton Glaser Inc.) è stato autore di numerosi progetti per libri e periodici, tra cui il New York Magazine (cui fu tra i fondatori), Nel 1983 aveva fondato WEMG, studio specializzato nella grafica editoriale, con cui realizzò lavori per numerose importanti testate tra cui L'Espresso, il Washington Post, Fortune.

Coltivò sempre, accanto alla professione, la riflessione teorica e la grafica pubblica nel senso più ampio: nel 1976 partecipò alla collettiva Autentico ma contraffatto, a cura di Pierluigi Cerri, e si dedicò anche a dipinti murali (New Federal Office Building, Indianapolis, 1974; il parco di divertimenti Sesame Place, in Pennsylvania; ristoranti del World Trade Center di New York).

Era tra i pochi grafici noti al grande pubblico di tutto il mondo, grazie alla forza di alcuni dei suoi lavori: dal logo I Love New York, con l'icona del cuore rosso inserita tra i caratteri neri, al profilo  di Bob Dylan, nero con i capelli colorati, al più recente trattamento dell’immagine di Barak Obama per la campagna elettorale presidenziale. Nei primissimi anni Novanta aveva esposto in Italia, ad Arezzo e a Milano, i suoi acquerelli realizzati per il quinto centenario della morte di Piero della Francesca.

Nel 2018 aveva ricevuto il Compasso d’Oro alla carriera, con una motivazione incentrata sulla sua qualità di  “professionista a tutto tondo, nel senso rinascimentale del termine, eclettico al punto di saper comprendere antico e moderno al tempo stesso”.