Proprietà intellettuale: rischio scongiurato

L’art. 239 del Codice della Proprietà intellettuale resta com’è: anche in materia di design i principi del diritto d’autore non vengono rimessi in discussione. La disposizione inserita nel “decreto Sviluppo”, secondo la quale sarebbe stato lecito produrre liberamente opere di design ancora tutelate dalle norme del diritto d’autore, è stata stralciata dal testo del decreto su cui la Camera dei deputati ha concesso la fiducia al governo il 21 giugno.


La disposizione stralciata rispecchiava la posizione sostenuta dal Consorzio Origini, l’associazione toscana di produttori di arredamento che si batte per l’estensione del ‘pubblico dominio’ per i progetti di design, cioè per la possibilità di produrre mobili di design anche prima che la normativa internazionale sul diritto d’autore lo permetta  (a 70 anni dalla morte dell’autore).

Anche la Corte europea aveva ribadito la validità del principio con una sentenza del 27 gennaio scorso, dopo un dibattito durato in Italia dal 2001 al 2011, ma quella che i produttori di design non esitano a definire “la lobby dei contraffattori” era riuscita a far inserire nel decreto in questione un emendamento favorevole alla sua tesi. Un intervento coordinato di Confindustria, Altagamma, ADI, Federlegno Arredo, Indicam, che su questo tema sono riusciti dopo molto tempo a fare fronte comune,  è riuscito a far stralciare la modifica.

“Il nostro intervento”, dichiara Luisa Bocchietto, presidente nazionale ADI, “coordinato con quello delle altre associazioni e appoggiato dal contributo concreto di molti soci ,che hanno inviato al legislatore un messaggio concordato o hanno contattato i politici coinvolti, ha avuto esito positivo. È sicuramente una vittoria importante nel ribadire la tutelabilità delle opere di design dotate di valore artistico a prescindere da eventuali previe registrazioni."