Elio Carmi
Comunicazione. strategia e ironia
Elio Carmi è entrato nella luce: una definizione delicata per descrivere la morte; una definizione che appartiene alla sua raffinata cultura che ha origini millenarie, ma è anche una definizione che supera il bisogno consolatorio per una perdita, proponendoci l’idea di una permanenza capace di illuminare il nostro cammino terrestre, una luce che possa orientarci e aiutarci a dipanare le tante ombre della vita, in questa accezione, il ruolo propositivo di un progettista non termina con la sua vita.
Elio Carmi è corrisposto quotidianamente all’idea di sé stesso e al proprio impegno: un esempio di professionismo colto a cui tanto deve la storia del miglior design italiano; un impegno dispiegato durante la propria vita coniugando sempre cultura, professionalità e impegno civile senza mai perdere autoironia e autocritica.
La morte di un collega è sempre momento di riflessione sul senso del nostro lavoro e del nostro percorso, la morte di Elio Carmi è però uno stimolo ancora più vasto, perché ci invita a riflettere ben oltre i limiti del nostro fare per affrontare i quesiti sul nostro essere.
Elio Carmi ha dedicato in tanti anni ad ADI, un impegno generoso, mai urlato, che ci mancherà.
Alla famiglia di Elio e ai suoi soci va il nostro abbraccio.
Luciano Galimberti, Presidente ADI
Elio Carmi, designer e promotore di una cultura integrata del progetto e della cultura nel senso più ampio, una delle figure più note e importanti della comunicazione e del progetto grafico in Italia, è scomparso l'8 gennaio a Casale Monferrato (Alessandria).
Era entrato nella professione nel 1972, a vent'anni, per trasferirsi poi a Milano con
Alessandro Ubertis. Insieme, nel 1986, hanno fondato l'agenzia
Carmi e Ubertis. Il lavoro dello studio reca fin dall'inizio il segno della comunicazione integrata, dove la componente visiva nasce dalla riflessione sulla strategia, sull'identità del prodotto e della brand (al femminile, in controtendenza rispetto al normale uso del termine: una scelta linguistica d'eccezione, che gli guadagnò una citazione dell'
Accademia della Crusca).
Lo studio ha collaborato in un quarantennio con società private di livello internazionale (come Axa, Borsa Italiana, Dainese, Ferrero, Nestlé, Gruppo Generali, Gruppo 24 Ore) e istituzioni pubbliche di importanza nazionale (tra cui La Venaria Reale,
Regione Lombardia, Triennale di Milano). Del 2015 è il logo del Padiglione Italia per l'Expo, e del 2018 il progetto per la
brand identity delle Gallerie degli Uffizi, vincitore del Compasso d'Oro nel 2020.
La sua impostazione globale della strategia di comunicazione è riassunta nel volume
Branding D.O. Progettare la marca. Una visione design oriented (2013, nuova edizione 2020, con
Elena Israela Wegher) ed è stata alla base del suo impegno di docente all'IED di Milano (1983-2017), alla Scuola Politecnica di Design di Milano ((2020-2004), a Domus Academy (2010-2012) e alla Scuola del Design del Politecnico di Milano (2012-2014).
Si autodefiniva "orgoglioso provinciale" e dal 2020 era presidente della Comunità ebraica di Casale Monferrato, dove ha dedicato un lungo impegno alla valorizzazione della sinagoga della città piemontese con il suo Museo dei Lumi e una collezione d'arte contemporanea di 254 pezzi. Per la sua città aveva anche realizzato il festival culturale internazionale
Oyoyoy!