Nanda Vigo

Scompare una figura poliedrica dell'arte, dell'architettura e del design


È morta il 16 maggio 2020 Nanda Vigo (Milano, 1936), personaggio unico nel panorama culturale italiano per la vivacità intellettuale con cui ha contribuito alla creatività dell'arte, dell'architettura e del design della seconda metà del Novecento.

La sua ricerca, da sempre dedicata alle qualità della luce e ai suoi rapporti con la materia (la trasparenza, il colore, fino alla negazione della materia stessa) iniziò negli anni Sessanta con la sua partecipazione al Gruppo Zero, tra i movimenti pià significativi dell'avanguardia artistica internazionale.

Da sempre attiva in una dimensione internazionale (aveva studiato a Losanna e a San Francisco, e trascorreva lunghi periodi in Africa Orientale) a Milano frequentava gli artisti di punta – Lucio Fontana, poi Piero Manzoni ed Enrico Castellani – è partecipando negli anni seguenti alle mostre del Gruppo Zero in tutto il mondo.

Tra il 1965 e il 1968 collaborò con Gio Ponti alla Casa sotto la foglia, a Malo (presso Vicenza) e partecipò con Fontana alla Triennale del 1964, conducendo in parallelo ricerche d'arte, d'architettura d'interni e di design, sempre incentrate sull'uso della luce e sulla sperimentazione senza confini formali.

Ha insegnato all'Institut Polytechnique di Lausanne, all'Accademia di Macerata, all'Istituto Europeo di Design di Milano e, nel 1999, al Master Lighting Design dsell'Accademia di Brera di Milano.

Nel 2019 Milano le ha dedicato una grande mostra antologica a Palazzo Reale: Light Project, Nanda Vigo, a cura di Marco Meneguzzo.